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COMUNE Calitri

Sembrerebbe che già nel 700, a Calitri, vi era un tipo di pasta lunga e di forma cilindrica che lasciata essiccare sulle canne, da qui il nome: Cannazze.
In sostanza si tratta di ziti spezzati a mano in cinque parti e in passato era il piatto degli sposalizi, o meglio “maccheroni della zita“, dove zita sta a significare proprio "sposa".
Ma la vera particolarità di questo piatto è il ragù con il quale venivano condite. In passato, non potendo permettersi la carne bovina, le donne erano solite usare il pollo; da qui il nome “cannazza e kuta kuta”, dove kuta kuta è l’espressione usata per richiamare le galline.
Oggi, invece, il ragù si prepara con l’involtino di carne di vitello, la ‘vrasciola‘, anch'essa simbolo nunziale, dell'abbraccio, l’unione di due corpi legati insieme. L’immagine è quella tipica del ballo degli sposi, intorno ai quali gli invitati, in cerchio, avvolgono gli stessi con le zahareggh, le stelle filanti, proprio come una braciola unita dai fili.
Oggi le cannazze sono un pò il simbolo culinario di Calitri ed è solito trovarle sulle tavole dei calitrani e nei numerosi ed ottimi ristoranti che si trovano nel borgo dell'alta Irpinia.