La cittadina ha cambiato nome più volte durante la sua storia. Di origine medievale, si chiamava Carbonara, probabilmente per la presenza nel suo territorio di particolari pietre che contenevano petrolio e che bruciavano con fiamma viva come carboni. Assunse il nome di Aquilonia dopo l'Unità d'Italia, nel 1861, infatti, in quegli anni il paese di Carbonara conobbe una cruenta sommossa popolare filoborbonica contro l'Unità italiana e nel 1861 venne conquistata dai briganti di Carmine Crocco. Per cancellare la macchia antiunitaria della storia del piccolo centro irpino, si chiese e si ottenne di cambiare nome al paese. Il centro assunse allora quello di "Aquilonia" in omaggio alla tradizione erudita locale che identificava con il piccolo centro di Carbonara, l'antica città dei Sanniti che oppose l'ultima resistenza all'espansione romana nel Sud Italia, citata da Tito Livio nella sua opera. Nelle sue vicinanze è situata la Abbazia di san Vito, di età altomedievale. Nei pressi dell'Abbazia troneggia una quercia plurisecolare detta "quercia di S. Vito", uno dei cento alberi più vecchi della Regione Campania.